Il sonno è una funzione molto importante per la nostra vita: basti pensare che l’uomo trascorre circa 1/3 della sua esistenza a dormire. Non è soltanto un momento in cui ci si riposa, ma è anche una fase in cui avvengono molte funzioni importanti, tra queste anche funzioni fisiologiche e cerebrali.
Per questa ragione, rispettare una giusta quantità di ore dormite e far sì che questo sonno sia di buona qualità, è estremamente importante per preservare la propria salute sia fisica, sia mentale.
Un adulto sano dovrebbe dormire non meno di 6 ore continuative a notte, mentre per i bambini le ore possono arrivare anche fino a 12-14, in base all’età. L’importante è che il sonno sia di buona qualità e che contribuisca in maniera significativa a fornire il benessere fisico e psicologico necessario per affrontare la quotidianità. Ma non tutte le persone riescono in questo intento: ci sono soggetti che possono avere difficoltà di addormentamento oppure soggetti che hanno risvegli frequenti; soggetti che si svegliano molto presto e poi non riescono più a riaddormentarsi oppure con disturbi della qualità del sonno come, ad esempio, accade in caso di russamento. Qualunque sia la caratteristica di un sonno di cattiva qualità, è stato ormai dimostrato in modo molto chiaro come ciò possa essere correlato a patologie cronico-degenerative molto rilevanti.
Esiste infatti un rapporto tra cattiva qualità, durata del sonno e obesità e le malattie metaboliche (non solo negli adulti, ma anche nei bambini e negli adolescenti), così come esiste un rapporto tra la qualità del sonno, le malattie cardiovascolari e l’ipertensione arteriosa.
Quindi, è molto importante che un individuo che voglia mantenere un buono stato di salute, osservi il più possibile uno stile di vita sano che contempli:
- un’alimentazione sana ed equilibrata;
- un’adeguata idratazione;
- un buon esercizio fisico;
- una buona qualità (e quantità) delle ore dormite”.
L’alimentazione ha un effetto chiaro sul sonno. Ma è anche vero il che chi dorme bene mantiene con più facilità il peso forma.
Più equilibrata è la dieta, meglio si riposa durante la notte. Un sonno ristoratore favorisce il rilascio della leptina, un ormone che pone un freno allo stimolo della fame e di conseguenza permette di gestire il peso corporeo , invece nelle persone che dormono poco si riscontrano livelli più alti della grelina, che ha un effetto opposto. Queste persone mangiano di più e non riescono a frenare la fame.
Il consumo di pietanze principalmente zuccherine e nervini, invece, è stato correlato a un sonno poco ristoratore, intervallato da un eccessivo numero di risvegli.
Vediamo nel dettaglio il ruolo di alcuni alimenti:
sia il caffè, che l’alcol sono nemici del riposo: da una parte riduce il tempo necessario per addormentarsi, ma peggiora la qualità del riposo, riducendo la fase profonda che più incide sul recupero fisico e sulla memorizzazione.
La sera vanno evitati anche il cioccolato, il cacao, e il tè: stimolano i centri della veglia e impediscono un facile addormentamento. Altre rinunce da praticare a cena riguardano «gli ingredienti ricchi di sodio: il curry, il pepe, la paprika, gli alimenti in scatola, le patatine, i salatini e tutti quei piatti in cui si è utilizzato il sodio glutammato (E620).
Sono diversi, invece, i cibi che aiutano a rilassare le diverse funzioni dell’organismo: pasta, riso, pane, orzo, lattuga, radicchio rosso, cipolla, aglio, zucca, rape, cavolo, formaggi freschi, yogurt, uova bollite.
Nello specifico la pasta, il riso, l’orzo e il pane contengono un aminoacido, il triptofano, che favorisce la sintesi della serotonina: neuromediatore fondamentale per il benessere, il rilassamento ed il sonno profondo.
(Articolo della Dott.ssa Cristina Giusto)